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Il segmento testuale La Russia è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 105Entità Multimediali , di cui in selezione 6 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 225

Brano: Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche

tore tedesco a Mosca, Mirbach. Fu sventata una ripresa in grande stile delle ostilità da parte della Germania, ma la mossa diede spazio all’intervento straniero (già in atto da tempo) nelle faccende interne della Russia sovietica. Già nel marzo 1918 truppe angloamericane e francesi avevano occupato Murmansk (v.) e in aprile i giapponesi erano sbarcati a Vladivostok, seguiti da corpi di spedizione americani, inglesi e francesi, mentre i romeni approfittavano dell’occasione per occuparsi la Bessarabia, da loro considerata parte integrante del territorio nazionale.

Il 25 maggio cominciò la sollevazione del Corpo di volontari cecoslovacco e la rivolta si estese rapidamente lungo tutta la ferrovia transiberiana, raggiungendo Vladivostok (all’estremo limite orientale della Siberia) alla fine di agosto. In quest[...]

[...]ione degli Urali e in Siberia.

Verso la fine dell’estate del 1918 un territorio immenso, comprendente zone nevralgiche del paese sotto l’aspetto economico, industriale e agricolo era caduto nelle mani degli insorti e degli eserciti stranieri. Nelle zone in cui la controrivoluzione aveva vinto erano stati ristabiliti i vecchi ordinamenti e cancellate le conquiste rivoluzionarie. Fra l’altro, la terra era stata restituita ai vecchi proprietari. La Russia correva così il rischio di perdere tutte le zone periferiche abitate da compatte minoranze nazionali e di rimanere frammentata in diversi territori e entità statali autonome.

Nel novembre 1918 l’ammiraglio Kolciak (v.) stabilì una dittatura militare in Siberia, facendosi nominare « reggitore supremo » della Russia. Nell’Oltrecaspio e in Azerbaigian le truppe inglesi intervennero a rovesciare il potere sovietico con l’aiuto dei nazionalisti locali. Le truppe tedesche, con vari pretesti, violarono il trattato di pace di BrestLitovsk e occuparono territori appartenenti alla Repubblica Federativa Russa. Contemporaneamente venivano imbastite congiure nelle maggiori città, da Mosca a Pietrogrado; il 30 agosto i socialisti rivoluzionari attentarono alla vita di Lenin e compirono una serie di atti terroristici. Senza l’intervento militare straniero la controrivoluzione non avrebbe potuto assumere le dimensioni[...]

[...]i attentarono alla vita di Lenin e compirono una serie di atti terroristici. Senza l’intervento militare straniero la controrivoluzione non avrebbe potuto assumere le dimensioni assun

te, fino a investire i 3/4 del territorio sovietico e la guerra civile non sarebbe stata così sanguinosa e prolungata, anche se furono alcuni atti compiuti dal partito e dal governo che fornirono, almeno temporaneamente, una base di massa ai controrivoluzionari. La Russia sovietica venne comunque a trovarsi circondata da un cerchio di fuoco e dovette condurre una dura battaglia per la propria sopravvivenza.

Alla situazione di eccezionale difficoltà il partito e il governo risposero con misure eccezionali: Lenin lanciò la parola d’ordine « Tutto per il fronte! ». Furono quindi mobilitate tutte le energie e tutti i mezzi disponibili, fino a trasformare l’intera Russia in un campo trincerato, difeso da una grande Armata Rossa comandata e forgiata da Trotzkij.

I fronti passarono a tre: l'orientale (che divenne il principale), il settentrionale e il meridiona[...]

[...]internazionale e costituì un significativo ammonimento per tutti gli interventisti antisovietici. Fra marzo e aprile le truppe francesi furono costrette a lasciare Nikolaev, Cherson, Odessa e Sebastopoli; gli inglesi dovettero evacuare l’OItre Caspio. Con questi avvenimenti il piano dell’Intesa, caldeggiato da Winston Churchill (v.), di soffocare la Repubblica sovietica nella culla subì un primo decisivo e clamoroso fallimento.

Dal marzo 1919 la Russia sovietica potè contare su nuovi appoggi grazie alla costituzione, a Mosca, della

Una divisione cosacea dell’Esercito Rosso in partenza per il fronte ucraino (1919)

225



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 218

Brano: Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche

entrarono nella redazione dell’“lskra” (v.). Questa pubblicazione, diffusa illegalmente nei maggiori centri della Russia, fu la base su cui si cementò un nuovo raggruppamento di forze che portò alla creazione della frazione bolscevica nel corso del II Congresso del P.O.S.D. R., svoltosi nell'estate del 1903 a Bruxelles e poi a Londra.

Il programma del P.O.S.D.R., frutto in larga misura della elaborazione di Lenin, talvolta in contrasto con Plechanov, era il più avanzato tra quelli dei partiti della Seconda Internazionale (v.). Conteneva chiaramente tre obiettivi: la necessità della rivoluzione socialista, l’affermazione della dittatura del proletariato e la necessità della trasformazione socialista della soc[...]

[...]la formulazione di Martov vinse per 6 voti, mentre sulle altre questioni ebbe la meglio l’impostazione di Lenin.

Negli stessi anni in cui si stampò l’“lskra” (19001903), in Russia e nei paesi capitalistici più avanzati si verificò una crisi ciclica densa di conseguenze: una di queste fu che il capitalismo, fino ad allora basato sulla libera concorrenza, si trasformò nei sindacati oligopolistici e nei monopoli (v. Trust). Per quanto riguardava la Russia, nel settore metallurgico sorsero il Prodamet (1902), i sindacati industriali Truboprodaza (1902) e Gvozd (1903); nella metallurgia leggera, acquistò

il predominio la società per azioni Med. Nel settore carbonifero il sindacato Produgol controllava il 70% dello smercio del carbone; nel petrolifero, il cartello Nobelmazut (19051906) controllava fino all’80% della vendita del prodotto; nella meccanica agivano diverse corporazioni, quali il Prodparazov (1901) e

il Prodvagon (1900); nel settore zuccheriero, si affermò VUnione dei raffinatori (1902) e così via.

Nello stesso periodo in cui[...]

[...]o; nella meccanica agivano diverse corporazioni, quali il Prodparazov (1901) e

il Prodvagon (1900); nel settore zuccheriero, si affermò VUnione dei raffinatori (1902) e così via.

Nello stesso periodo in cui si formavano questi monopoli, aumentò l'afflusso in Russia dei capitali stranieri che si dislocarono per settori industriali e territorialmente: i capitali francobelgi si rivolsero soprattutto all'industria metallurgica e carbonifera della Russia meridionale; quelli inglesi verso l'industria petrolifera, aurifera e del rame; quelli tedeschi verso l'industria pesante del Regno di Polonia e dei paesi baltici. L'apporto di capitali stranieri in Russia agì però in maniera diversa da quanto avveniva

nei paesi coloniali e semicoloniali, nel senso che già esisteva un capitalismo russo ed essi non vi si contrapposero, ma ne divennero parte integrante.

Lo sviluppo capitalistico e la politica dello zarismo portarono l'impero russo a partecipare alla lotta per la divisione del mondo. Nel 1900 la Russia partecipò, insieme alle altre grandi [...]

[...]l'industria pesante del Regno di Polonia e dei paesi baltici. L'apporto di capitali stranieri in Russia agì però in maniera diversa da quanto avveniva

nei paesi coloniali e semicoloniali, nel senso che già esisteva un capitalismo russo ed essi non vi si contrapposero, ma ne divennero parte integrante.

Lo sviluppo capitalistico e la politica dello zarismo portarono l'impero russo a partecipare alla lotta per la divisione del mondo. Nel 1900 la Russia partecipò, insieme alle altre grandi potenze (Gran Bretagna, Germania, U.S.A., Francia, Italia, Giappone e AustroUngheria) alla spedizione per dominare la rivolta dei boxers in Cina (v.). La Russia occupò la Manciuria (v.), ma questo provocò la reazione del Giappone (v.) che, a sua volta, mirava a ingrandirsi a spese del vicino cinese. La guerra fra Russia e Giappone divenne perciò inevitabile e portò, inaspettatamente, a una serie di sconfitte militari per la Russia, conclusesi con la disfatta navale a Tzusima. Il 23.8.1905 i due paesi firmarono a Portsmouth un trattato di pace, in virtù del quale la Russia perse l’influenza sulla Corea, sulla Manciuria e dovette inoltre riconoscere la sovranità giapponese sulla parte meridionale dell'isola di Sachalin.

Lotte sociali all’inizio del secolo

Fra i motivi che avevano spinto lo zarismo ad affrontare l’avventura militare in Estremo Oriente c’erano anche quelli di politica interna. All’inizio del secolo si erano intensificate le agitazioni, sia nell’ambiente operaio sia fra i contadini e fra gli studenti. Nel 1901, a Pietroburgo, aveva avuto luogo uno scontro memorabile fra la polizia e gli operai della fabbrica Obuchov. Nel 1902, a Sormovo, dura[...]

[...]cate le agitazioni, sia nell’ambiente operaio sia fra i contadini e fra gli studenti. Nel 1901, a Pietroburgo, aveva avuto luogo uno scontro memorabile fra la polizia e gli operai della fabbrica Obuchov. Nel 1902, a Sormovo, durante la dimostrazione illegale del Primo maggio era stata innalzata la bandiera rossa. Nel novembre, si era svolto un grandioso sciopero a Rostov sul Don. Nel 1903 si era scatenato un memorabile sciopero generale in tutta la Russia meridionale. I contadini dei governatorati di Poltava e di Karkov erano insorti contro le autorità zariste nel 1902. Quanto alle agitazioni studentesche, erano così frequenti e diffuse da renderne impossibile l’enumerazione.

Nel 19011902 nacque in Russia il Partito socialista rivoluzionario (idealmente riallacciatosi al programma e all’attività della vecchia organizzazione terroristica Narodnaja Volja), il quale dispiegò subito una forte attività anche di carattere terroristico. Fra il 1903 e il 1904 sorsero inoltre due organizzazioni politiche borghesi: VUnione dei zemcy

costituzionali[...]

[...]ontro il Giappone avrebbe dovuto anzitutto liquidare le opposizioni interne grazie alla mobilitazione generale; e nello stesso tempo rafforzare il prestigio del

lo zar attraverso quella che si riteneva una facile e sicura vittoria militare. Invece le clamorose sconfitte militari subite dalle forze zariste finirono per precipitare il paese nella rivoluzione.

La rivoluzione democraticoborghese del 19051907

La situazione politicosociale della Russia all’inizio del 1905 in realtà era tale che sarebbe bastata una scintilla per dare fuoco alle polveri. Ma non fu una semplice scintilla l'ecatombe del 9 gennaio (v. Domenica di sangue), nella quale le truppe zariste spararono contro una pacifica manifestazione di duecentomila operai di Pietroburgo guidata dal pope Gapon. I morti furono oltre un migliaio e i feriti il doppio. L’impressione suscitata dalla carneficina fu enorme in tutta la Russia: da quel momento ebbero inizio manifestazioni e scioperi generali senza precedenti in Russia e nei paesi capitalistici più avanzati. Si calcola che nel solo 1905 gli scioperanti siano stati circa 2.863.000.

Dopo la “domenica di sangue”, tra gli avvenimenti più memorabili si ebbe nel maggiogiugno lo sciopero degli operai di IvanovoVoznesensk, nel corso del quale sorse il primo soviet, più organo di lotta che di potere. Nel giugno del 1905 ss ebbe a Lodz, in Polonia, la prima insurrezione, cui seguì nel luglio quella, famosissima, dei marinai dell’incrociatore “Potemkin”, rivolte entrambe fa[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 837

Brano: [...]E.P.; l’anno successivo tornò ad assolvere un incarico diplomatico, come segretario della legazione norvegese a Mosca. Tornò definitivamente in patria nel 1929, dopo aver abbandonata la carriera militare sin dal 1927.

L’esperienza del periodo sovietico va collocata al centro di questa fase della vita di Quisling e segnò indubbiamente la svolta verso la maturazione della sua personalità politica: nel 1930, dando alle stampe un libro intitolato La Russia e noi, anticipava pubblicamente il suo credo antibolscevico, del quale avrebbe successivamente dato una più sistematica elaborazione con l'accentuazione del momento razzistico (non senza analogie con le quasi contemporanee elaborazioni spengleriane), che rappresentò il terreno più fertile di incontro con il nazismo germanico.

Leader politico di destra

Il ritorno in Norvegia significò per Quisling l’ingresso nella vita politica, con un programma decisamente anticomunista e antioperaio.

La brevissima esperienza del primo governo socialdemocratico del 1928 e, più tardi, la difficile sit[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 361

Brano: [...]ella Sezione Esteri del Comitato centrale del P.C.I., quindi responsabile dell'Ufficio Fabbriche della Direzione e, dal 1972, responsabile della Sezione Emigrazione. Eletto nel Comitato centrale del partito al 5° Congresso (1946) ne è tuttora membro. Eletto alla Costituente (1946), fu successivamente rieletto alla Camera e al Senato fino al 1972.

Ha pubblicato alcuni libri, prevalentemente di memorie, presso gli Editori Riuniti: Douce France; La Russia rivoluzionaria; Ricordi di Spagna.

Pajetta, Noè

N. il 6.1.1889 ad Angera (Varese); avvocato.

Combattente della Prima e della Seconda guerra mondiale, riportò due medaglie d’argento al valor militare e due di bronzo. Nel primo dopoguerra fu tra i fondatori del Partito Popolare in provincia di Varese.

361



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 44

Brano: [...] lontano da ogni attività politica. Chi sa? Forse mi risponderanno, forse no. Comunque è fatta [...] ». (Dalla Clinica Ciancarelli di Roma, 2.8.1928).

De Gas peri sull’U.R.S.S,

« Il non accettare il marxismo non vuol dire precludersi l’esame di quanto c’è di buono nel regime sovietico per inserirlo nella nostra civiltà nazionale. Di qui la ripresa dei contatti commerciali e lo sviluppo delle relazioni scientifiche nell'istituto italorusso. La Russia può diventare un grande fattore di progresso e l’Italia sarà ben lieta se potrà contribuire a questo progresso con l’apporto della sua millenaria civiltà e del suo lavoro libero e dignitoso ». (A. De Gasperi, da un discorso pronunciato a Frascati il 26.8.1945).

« C’è qualcosa di immensamente simpatico, qualche cosa di immensamente suggestivo in questa tendenza universalista del comuniSmo russo.

Se per comuniSmo s’intende nel senso ge

nerico che i beni della terra devono essere comunicati a tutti, "ut communicandum " direbbe il teologo medioevale, o che a tutti secondo la formula amer[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 528

Brano: [...]officina del gas (Berlino, marzo 1920)

ca di Weimar e il nuovo regime. D'altronde, era anche molto evidente che il popolo tedesco faceva le spese della avidità ingorda delle potenze imperialiste vincitrici. In proposito, Lenin scrisse che alla Germania era stata imposta una pace « da usurai e da carnefici ». Il paese, saccheggiato e smembrato, in realtà veniva lasciato senza mezzi per sopravvivere. Era una pace « da briganti, inconcepibile ». La Russia sovietica quindi non firmò il trattato di Versailles. Anche 'i comunisti tedeschi lo condannarono apertamente, ma l’azione più martellante e violenta fu condotta dalla destra nazionalista,

(I putsch di Kapp

In quella situazione si fece strada nei gruppi oltranzisti l’idea di un colpo di stato che spazzasse via i socialdemocratici (ora che avevano assolto il compito più difficile) e l’intero sistema di Weimar.

Una grande manifestazione di protesta davanti al Reichstag, organizzata dagli operai contro una legge che toglieva ogni potere ai Consigli, si concluse con un conflitto, nel cor[...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine La Russia, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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